2023 La Baldi Residents

  • Gwen Walstrand

    Gwen Walstrand is a Springfield, Missouri, based artist and Professor of Photography at Missouri State University. Her photographs are reflections on fear, uncertainty, and the increasing awareness of dangers beyond our control. Both figuratively and literally, the hopes for a future rest on the contrast and connectedness of her two subjects: ancient, carbon-capturing forested lands and young idealists and activists. Using aesthetic approaches similar to the sublime painters of the eighteenth century, she makes images which might provoke responses of terror, pleasure, and empathy. She works with a large format camera that encourages a slow, thoughtful relationship with the surroundings. Black and white sheets of film are exposed and developed through a hand-coated palladium process with the help of the sun. Gwen will explore areas of old growth trees in and around Monte Amiata during her residency.

    Gwen Walstrand è un'artista di Springfield, Missouri e professoressa di fotografia alla Missouri State University. Le sue fotografie sono riflessioni sulla paura, l'incertezza e la crescente consapevolezza dei pericoli al di fuori del nostro controllo. Sia in senso figurato che letterale, le speranze per il futuro si basano sul contrasto e sulla connessione dei suoi due soggetti: antiche terre boscose che catturano il carbonio e giovani idealisti e attivisti. Usando approcci estetici simili ai sublimi pittori del diciottesimo secolo, realizza immagini che potrebbero provocare risposte di terrore, piacere ed empatia. Lavora con una fotocamera di grande formato che incoraggia un rapporto lento e riflessivo con l'ambiente circostante. Fogli di pellicola in bianco e nero sono esposti e sviluppati attraverso un processo di stampa al palladio rivestito a mano con l'aiuto del sole. Gwen esplorerà aree di alberi secolari sul Monte Amiata e dintorni durante la sua residenza.

  • Alexandra Valahu

    Alexandra Valahu is a writer, and radio + audio producer. During her residency, she will explore a sonic and written project that stylistically and conceptually works against the idea of the landscape as inanimate and static, and plays with the symphonies of the earth. Inspired by the landscape in and surrounding Montegiovi, she will write and record a story about entanglement, and land stewardship that imagines different forms of a commons.

    Alexandra Valahu è una scrittrice e produttrice radio + audio. Durante la sua residenza, si concentrerà su un progetto sonoro e scritto che stilisticamente e concettualmente si basa contro l'idea del paesaggio come inanimato e statico, mentre gioca con le sinfonie della terra. Ispirata dal paesaggio di Montegiovi e dintorni, scriverà e registrerà una storia sull'intreccio e la gestione della terra che immagina diverse forme di bene comune.

  • Gloria J. Browne-Marshall

    Gloria J. Browne-Marshall works at the confluence of creativity, activism, and public service, embracing life as a writer, activist, and educator. She weaves true stories of legal history, race and education, voting rights, criminal justice, civil liberties and protest, the military, and internationalism concerning African Americans, Latinos, Asian Americans, and Native Americans. Gloria has published many critically acclaimed nonfiction books and essays. During her La Baldi Residency, she will focus on her first novel “Wicked Prayers” — a literary historical fiction — that continues her exploration of choices and consequences that unfold across generations, places, and circumstances.

    Gloria J. Browne-Marshall lavora alla confluenza di creatività, attivismo e servizio pubblico, abbracciando la vita come scrittrice, attivista ed educatrice. Intreccia storie vere di legalità, razza e istruzione, diritti di voto, giustizia penale, libertà civili e proteste, militari e internazionali riguardanti afroamericani, latini, asiatici americani e nativi americani. Gloria ha pubblicato molti libri e saggi acclamati dalla critica. Durante la sua residenza La Baldi, si concentrerà sul suo primo romanzo "Wicked Prayers", un’opera storico-letterario, che continua la sua esplorazione delle scelte e delle conseguenze che si dispiegano attraverso generazioni, luoghi e circostanze.

  • Agnieszka Bednarz-Tyran

    Agnieszka Bednarz-Tyran is a dancer, choreographer, and university teacher. She has a strong bond with Silesia, the region in the south of Poland, where she was born. She has produced and performed in artistic and cultural projects all over the world. Agnieszka is conducting research on states of consciousness and a holistic approach to choreography. Her residency will combine experimental choreographic responses to the environment of Montegiovi and Monte Amiata, focusing on volcanic soil, hot springs, air, and fire. In honor of Maura Baldi, Agnieszka will conduct a contemporary dance workshop during her stay.

    Agnieszka Bednarz-Tyran è una ballerina, coreografa e insegnante universitaria. Ha un forte legame con la Slesia, la regione nel sud della Polonia, dove è nata. Ha prodotto e recitato in progetti artistici e culturali in tutto il mondo. Agnieszka sta conducendo una ricerca sugli stati di coscienza e un approccio olistico alla coreografia. La sua residenza combinerà risposte coreografiche sperimentali all'ambiente di Montegiovi e del Monte Amiata, concentrandosi su suolo vulcanico, sorgenti termali, aria e fuoco. In onore di Maura Baldi, Agnieszka condurrà un laboratorio di danza contemporanea durante il suo soggiorno.

  • Judy Stone

    Judy Stone was born in Los Angeles, California, and raised in rural Southern Maryland. As a child, Judy moved to the woods where she spent many hours laying on the ground and looking up. Drawing and sculpting in this environment from an early age, Judy now works with a number of different media including sculpture, drawing, installation, video and performance. Current work includes drawings on paper that expand onto walls, floors and ceilings, creating immersive geometric environments that converse with the site-specific nuances of existing architecture.

    Judy plans to use interior and exterior spaces around the area and village of Montegiovi, including existing piles, waste goods, and ruins (anything falling apart) as sites for improvisational, momentary, impermanent sculptures or drawings. She will explore what exists in the unremarkable and inconspicuous sites she might encounter in the village pushing the geometrical line work into structures that fall apart, literally and figuratively.

    Judy Stone è nata a Los Angeles, in California, ed è cresciuta nelle zone rurali del sud del Maryland. Da bambina, Judy si è trasferita nei boschi dove ha trascorso molte ore sdraiata a terra e guardando in alto. Disegnando e scolpendo in questo ambiente fin dalla tenera età, Judy ora lavora con una serie di media diversi tra cui scultura, disegno, installazione, video e performance. Il suo lavoro attuale include disegni su carta che si espandono su pareti, pavimenti e soffitti, creando ambienti geometrici immersivi che dialogano con le sfumature site-specific dell'architettura esistente.

    Judy prevede di utilizzare gli spazi interni ed esterni intorno all'area e al villaggio di Montegiovi, compresi i rifiuti e le rovine (qualsiasi cosa che cada a pezzi) come siti per sculture o disegni improvvisati, momentanei e impermanenti. Esplorerà ciò che esiste nei luoghi insignificanti e poco appariscenti che potrebbe incontrare nel paese spingendo il lavoro di linee geometriche in strutture che cadono a pezzi, letteralmente e figurativamente.

    @ponytailjail

  • Cecilia Hedlund

    In her art practice, Cecilia Hedlund primarily works outside in the landscape engaging with projects and research that explore the relationship between human beings and nature. Cecilia uses natural processes such as erosion, charcoaling, composting, and oxidization which are tempered by the conditions of temperature, humidity, time, and weather. Guided by the notion of place and land as shaped by a particular set of conditions, Cecilia’s art practice is rooted in humility, respect, and recognition of the more-than-human world. During her residency, she would like to deepen her research and methods of knowing a place by being on-site, out in the landscape, experiencing and perceiving it through observational drawing, painting, casting, and reading about its history and current state.

    Nella sua pratica artistica Cecilia Hedlund lavora principalmente all'aperto, nel paesaggio, impegnandosi in progetti e ricerche che esplorano il rapporto tra gli esseri umani e la natura. Cecilia utilizza processi naturali come l'erosione, la carbonizzazione, il compostaggio e l'ossidazione che sono influenzati dalle condizioni di temperatura, umidità, tempo e del meteo in generale. Guidata dalla nozione di luogo e terra come plasmati da un particolare insieme di condizioni, la pratica artistica di Cecilia è radicata nell'umiltà, nel rispetto e nel riconoscimento del mondo più che umano. Durante la sua residenza vorrebbe approfondire la ricerca e i metodi per conoscere un luogo stando sul posto, all’esterno nel paesaggio, sperimentandolo e percependolo attraverso il disegno osservativo, la pittura, il casting e la lettura della sua storia e dello stato attuale in cui si trova.

  • Alisha Mascarenhas

    Alisha Mascarenhas is a poet and translator. Her practice of poetry is a form of inquiry into the inherent wisdom of the body, its somatic and sensory experience, and its presence within the changing aspects of reality. Her current book of poems, “A Catalogue of Risk,” examines the experience of moving beyond one’s individual conception of safety determining factors that lead to decision-making and how those desires, fears, or impulses might give us insight into life, loss, and death.

    During her stay in Montegiovi, she will continue work on the collection and also devote time to the translation of Noi, by the contemporary Italian poet Laura Pugno.

    Alisha Mascarenhas è una poetessa e traduttrice. La sua pratica della poetica è una forma di indagine sulla saggezza intrinseca del corpo, la sua esperienza somatica e sensoriale e la sua presenza all'interno degli aspetti mutevoli della realtà. Il suo attuale libro di poesie, “Un Catalogo di rischio, esamina l'esperienza di andare oltre la propria concezione individuale di fattori determinanti per la sicurezza che portano al processo decisionale e come nostri desideri, paure o impulsi potrebbero darci un'idea della vita, della perdita e della morte.

    Durante la sua permanenza a Montegiovi, continuerà a lavorare al catalogo e si dedicherà anche alla traduzione di “Noi”, della poetessa italiana contemporanea Laura Pugno.

  • Olimpia De Girolamo

    Olimpia De Girolamo’s educational background includes a specialization in cinematographic languages and a Master’s degree in theatre. Born in Naples, she currently resides in Switzerland where she is a co-artistic director of Agora Teatro di Magliaso and involved with theatre as an author, actress, and instructor. Her proposal for La Baldi focuses on a literary work based on motherhood, a subject she has long explored and one that will allow her to investigate how becoming a mother affects one’s personhood. Olimpia hopes to interview women within the Montegiovi community about their experiences and to share some of her writing with a small audience as she completes and prepares her manuscript for future publication.

    Il percorso formativo di Olimpia De Girolamo comprende una specializzazione in linguaggi cinematografici e un master in teatro. Nata a Napoli, attualmente risiede in Svizzera dove è co-direttrice artistica dell'Agorà Teatro di Magliaso e si occupa di teatro come autrice, attrice e insegnante. La sua proposta per La Baldi si concentra su un'opera letteraria basata sulla maternità, un argomento che ha esplorato a lungo e che le permetterà di indagare su come diventare madre influisca sulla propria personalità. Olimpia spera di intervistare le donne all'interno della comunità di Montegiovi sulle loro esperienze e di condividere alcuni dei suoi scritti con un piccolo pubblico mentre completa e prepara il suo manoscritto per la futura pubblicazione.

  • Wen-Juenn Lee

    Wen-Juenn is a Malaysian Chinese poet living in Wurundjeri Country (Melbourne). Her work has appeared in a variety of publications, and she is a current artist for the KINGS Artist Run Emerging Writers’ Program. Her installations have also appeared in venues across Australia and New Zealand. She was commissioned to write and perform a response to Dante’s writing at the University of Melbourne’s “Epic & Divine” exhibition.

    Wen-Juenn is interested in religious iconography and the influence of ekphrasis on her poetry. She plans to develop a long-form, ekphrastic piece in response to frescoes in the Church of the Madonna degli Schiavi in Montegiovi and to explore the local area and its convergence of rivers: the Lente, Zancona, and Vivo. Questions related to the processes of production in her poetry speak to her practice of devotion and attention while leaving space for the landscape to reveal itself through gaps and silences.

    Wen-Juenn è una poeta cinese malese che vive a Wurundjeri Country (Melbourne). Il suo lavoro è apparso in una varietà di pubblicazioni ed è attualmente un'artista per il KINGS Artist Run Emerging Writers’ Program. Crea anche installazioni artistiche apparse anche in più luoghi in tutta l'Australia e la Nuova Zelanda. È stata incaricata di descrivere e comporre una risposta alla scrittura di Dante alla mostra "Epic & Divine" dell'Università di Melbourne.

    Wen-Juenn è interessata all'iconografia religiosa e all'influenza dell'ekphrasis (procedimento letterano di descrizione di un’opera d’arte) sulla sua poesia. Ha in programma di sviluppare un pezzo ekfrastico di forma lunga in risposta agli affreschi nella Chiesa della Madonna degli Schiavi a Montegiovi e di esplorare il territorio locale e la sua convergenza di fiumi: Lente, Zancona e Vivo. Le domande relative ai processi di produzione nella sua poesia parlano alla sua pratica di devozione e attenzione, lasciando spazio al paesaggio per rivelarsi attraverso lacune e silenzi.

  • Janani Balasubramanian

    Janani Balasubramanian is an artist and researcher creating accessible, inviting, and beautiful portals to natural and computational worlds. They collaborate with scientists and students to create immersive and multimedia artworks that animate and expand emerging scientific thought. They also conduct collaborative research at the intersections of art, physics, equity, pedagogy, and storytelling.

    While at La Baldi residency, Janani will be working on their opera for planetaria, Rogue Objects — an immersive opera that explores the emerging science of brown dwarfs, a lesser-known class of in-between celestial bodies, neither planets nor stars. The residency will support Janani’s time experimenting with visuals and writing the libretto for the opera.

    Janani Balasubramanian è un artista e ricercatore che crea portali accessibili, invitanti e di grande bellezza per mondi naturali e computazionali. Collabora con scienziati e studenti per creare opere d'arte immersive e multimediali che animano ed espandono il pensiero scientifico emergente. Conduco anche ricerche collaborative sulle intersezioni tra arte, fisica, equità, pedagogia e narrazione.

    Durante la residenza La Baldi, lavorerà alla sua opera per planetaria, “Rogue Objects”  un'opera immersiva che esplora la scienza emergente del marrone nani, una classe meno conosciuta di corpi celesti intermedi, né pianeti né stelle.

    La residenza sosterrà il suo tempo sperimentando con le immagini e scrivendo il libretto per l'opera.

  • Victoria Crayhon

    Victoria Crayhorn is a photographer whose work has been exhibited, published, and collected both internationally and throughout the United States. Using photography and video, she addresses issues of personal identity and desire existing within the framework and ideology of social, commercial, and technological realms. She is currently a professor of Photography at the College of Art and Design at the University of Massachusetts Dartmouth.

    On a recent visit to Tuscany, she observed the effects of excessive heat and drought on the landscape, and she will continue to document these climatic changes. Recognizing the serious lack of water and its impact on local agriculture and agricultural practice will also inform her work as she focuses her attention on the landscape through her photography.

    Victoria Crayhorn è una fotografa il cui lavoro è stato esposto, pubblicato e raccolto sia a livello internazionale che negli Stati Uniti. Usando la fotografia e il video, affronta questioni di identità personale e desiderio esistenti all'interno della struttura e dell'ideologia dei regni sociali, commerciali e tecnologici. Attualmente è docente di fotografia presso il College of Art and Design dell'Università del Massachusetts Dartmouth.

    In una recente visita in Toscana, ha osservato gli effetti del caldo eccessivo e della siccità sul paesaggio e continuerà a documentare questi cambiamenti climatici. Riconoscere la grave mancanza di acqua e il suo impatto sull'agricoltura locale e sulla pratica agricola sarà le base del suo lavoro mentre concentra la propria attenzione sul paesaggio attraverso la sua fotografia.

  • Priscilla Briggs

    Priscilla Briggs is an artist based in Minneapolis, Minnesota, who investigates representations of capitalism and consumerism in addition to issues of social justice and the environment. Her artist monograph, Impossible is Nothing: China’s Theatre of Consumerism was published by Daylight Books, and she created many of the images during artist residencies at the Chinese-European Art Center in Xiamen and Art Channel in Beijing. Priscilla is currently a professor of Studio Art at Gustavus Adolphus College in Minnesota.

    During her residency, she will continue to conduct creative research for her most recent zine project about organic farming and sustainability through investigation about sustainability practices. Her process generally begins with taking pictures and letting the conceptual content/and or form of the project take shape in the editing, printing, and presentation of the images. This form of image-making will allow her to move through and immerse herself in the landscape while focusing on local farms and agricultural initiatives.

    Priscilla Briggs è un'artista con sede a Minneapolis, Minnesota, che indaga le rappresentazioni del capitalismo e del consumismo oltre alle questioni della giustizia sociale e dell'ambiente. La sua monografia d'artista, "Niente è impossibile: il teatro del consumismo in Cina” è stata pubblicata da Daylight Books. Ha anche creato molte immagini durante le residenze d'artista presso il Chinese-European Art Center di Xiamen e Art Channel a Pechino. Priscilla è attualmente professoressa di Studio Art al Gustavus Adolphus College in Minnesota.

    Durante la sua residenza, continuerà a condurre ricerche creative per il suo più recente progetto fantascientifico sull'agricoltura biologica attraverso indagini sulle pratiche di sostenibilità. Il suo processo creativo generalmente inizia con lo scattare foto e lasciare che il contenuto concettuale/e/o la forma del progetto si sviluppino nell'editing, nella stampa e nella presentazione delle immagini. Questa forma di creazione di immagini le consentirà di muoversi e immergersi nel paesaggio concentrandosi sulle fattorie locali e sulle iniziative agricole.

  • Nancy Mithlo

    Nancy Marie Mithlo (Fort Sill Chiricahua Apache) is a professor of Gender Studies and American Indian Studies at the University of California, Los Angeles. Mithlo’s curatorial work has resulted in nine exhibits at the Venice Biennale. A life-long educator, who has taught widely in universities and colleges, she is also a curator whose work has resulted in nine exhibits at the Venice Biennale. Mithlo’s research addresses the pressing need for accurate and sensitive information for and about American Indian communities using institutional critique, curatorial strategies and arts analysis. She is concerned with the unequal application of resources in the arts and culture field and the outmoded theoretical frames of analysis that tend to describe, but fail to analyze the wealth of knowledge inherent in Native arts production and circulation.

    During her stay in Montegiovi, she will use the allotted time and space to conceptualize the final chapters of her book about Native American art at the Venice Biennale. She hopes to expand our understanding of transnational and indigenous aesthetics and question conventions of belonging and exile.

    Nancy Marie Mithlo (Fort Sill Chiricahua Apache) è una professoressa di studi di genere e sugli indiani d'America all'Università della California, a Los Angeles. Il lavoro curatoriale di Mithlo ha portato a nove mostre alla Biennale di Venezia. Educatrice per tutta la vita, ha insegnato ampiamente in università e college, e la sua ricerca affronta l'urgente necessità di informazioni accurate e sensibili per e sulle comunità degli indiani d'America utilizzando la critica istituzionale, le strategie curatoriali e l'analisi artistica. Si preoccupa dell'applicazione ineguale delle risorse nel campo delle arti e della cultura e dei quadri teorici di analisi antiquati che tendono a descrivere, ma non riescono ad analizzare la ricchezza di conoscenza inerente alla produzione e alla circolazione delle arti native.

    Durante la sua permanenza a Montegiovi, utilizzerà il tempo e lo spazio a disposizione per concettualizzare i capitoli finali del suo libro sull'arte dei nativi americani alla Biennale di Venezia. Spera di espandere la nostra comprensione dell'estetica transnazionale e indigena e di mettere in discussione le convenzioni di appartenenza ed esilio.

  • Phyllis Odessey

    Phyllis Odessey began her career as a painter, but her love for gardens and the outdoors led her to a career in garden design. She has worked with well-known designers such as Piet Oudolf, a Dutch artist and author, on his installation in the Battery Conservancy Garden, New York City, which was his first design in the United States. After she began photographing her work, Phyllis developed her approach as a new way of seeing and using plants in a natural setting.

    While she is in residence at La Baldi, she intends to explore the landscape capturing a diversity of images on daily walks prior to assembling them in a collage format. Interiors and exteriors interest her in addition to local vegetation and debris. In some cases, Phyllis sews over the assembled collages to add another dimension to her work.

    Phyllis Odessey ha iniziato la sua carriera come pittrice, ma il suo amore per la natura e la vita all'aria aperta l'ha portata a una carriera nel design dei giardini. Ha lavorato con noti designer come Piet Oudolf, artista e autore olandese, alla sua installazione nel Battery Conservancy Garden, New York City, che è stato il suo primo progetto negli Stati Uniti. Dopo aver iniziato a fotografare il suo lavoro, Phyllis ha sviluppato il suo approccio come un nuovo modo di vedere e utilizzare le piante in un ambiente naturale.

    Mentre participa alla residenza La Baldi, intende esplorare il paesaggio catturando una varietà di immagini durante le passeggiate quotidiane prima di assemblarle in un formato collage. Gli interni e gli esterni la interessano oltre alla vegetazione locale e ai detriti. In alcuni casi, Phyllis ricuce i collage assemblati per aggiungere un'altra dimensione al suo lavoro.

  • The Parlour Collective

    The Parlour Collective was formed in 2006 via a series of shows in Pimlico, London, which explored relationships of space, memory, and action, working with various sites and communities. The Collective is composed of three artists with diverse practices: David Stearn, Jack Catling, and Matthew Luck Galpin. The Parlour Collective has produced numerous shows in unique settings, most recently investigating the filmic elements of landscape performance.

    An important part of the Collective’s process is the separation from their everyday artistic practices through a complete immersion in a new environment, allowing for accident and play to occur organically in a site-specific way. During their stay in Montegiovi, the Collective members will explore how the village’s atmosphere — sounds, stories, and ambient elements — merge with their performance into a film.

    The Parlour Collective si è formato nel 2006 attraverso una serie di spettacoli a Pimlico, Londra, che hanno esplorato le relazioni di spazio, memoria e azione, lavorando con vari luoghi e comunità. Il gruppo è composto da tre artisti con origini diverse: David Stearn, Jack Catling e Matthew Luck Galpin. The Parlour Collective ha prodotto numerosi spettacoli in ambientazioni uniche, di recente indagando gli elementi filmici della performance paesaggistica.

    Una parte importante del processo del trio è la separazione dalle loro pratiche artistiche quotidiane attraverso una completa immersione in un nuovo ambiente, consentendo all'elemento casuale al gioco di verificarsi organicamente in modo site-specific. Durante la loro permanenza a Montegiovi, i membri del Collective indagheranno su come l'atmosfera del paese - suoni, storie ed elementi ambientali - si fondono con la loro performance in un film.

  • Olivia Weise

    Olivia Weise lives and works in Washington, D.C. Her creative practice incorporates traditional photographic processes, video, music, and sound design to explore our relationship to the environment through community-based art making. Her practice has always been specific to the Washington D.C. area, in locations where the dynamics of the city blend with its natural resources and present an atmosphere to explore external and emotional landscapes in parallel. She intends to use La Baldi residency as an opportunity to explore a new environment using familiar techniques and experimenting with writing to better articulate how creative practice can be translated into an attitude of care toward nature and a way of navigating climate change.

    Olivia Weise vive e lavora a Washington, D.C. La sua pratica creativa incorpora processi fotografici tradizionali, video, musica e sound design per esplorare il nostro rapporto con l'ambiente attraverso la creazione artistica basata sulla comunità. Il suo lavoro è sempre stata specifico per l'area di Washington D.C., in luoghi in cui le dinamiche della città si fondono con le sue risorse naturali e presentano un'atmosfera per esplorare parallelamente paesaggi esterni ed emotivi. Intende utilizzare la residenza La Baldi come un'opportunità per scoprire un nuovo ambiente utilizzando tecniche familiari e sperimentare la scrittura per articolare meglio come la pratica creativa possa essere tradotta in un atteggiamento di cura verso la natura e un modo di affrontare il cambiamento climatico.

  • Chanelle Benz

    Chanelle Benz has published work in Granta, Guernica, The New York Times, Electric Literature, The Harvard Review, the O. Henry Prize Stories and elsewhere. Her novel The Gone Dead was published by Ecco/HarperCollins (2019) and was a New York Times Book Review Editor’s Choice and a Tonight Show Summer Reads Finalist. It was longlisted for the 2020 PEN/Hemingway Award for Debut Novel and the 2019 Center for Fiction First Novel Prize. Her short story collection The Man Who Shot Out My Eye Is Dead (Ecco, 2017) was shortlisted for the 2018 Saroyan Prize and longlisted for the 2018 PEN/Robert Bingham Prize for Debut Fiction as well as the 2017 Story Prize. She is an associate professor of English in the MFA Creative Writing program at Syracuse University.

    She looks forward to hours of uninterrupted writing time, and reading texts as she works toward finishing her novel-lengthproject, The Labyrinth. This book seeks to explore the legacies of Transatlantic slavery as they intersect with modern environmental racism and capitalistic nihilism, as well as the powerful nature-based connections African descendants forged for protection, for survival, and to link arms with their dead.

    Chanelle Benz ha pubblicato lavori su Granta, Guernica, The New York Times, Electric Literature, The Harvard Review, O. Henry Prize Stories e altrove. Il suo romanzo The Gone Dead è stato pubblicato da Ecco/HarperCollins (2019) ed è stato selezionato come redattore del New York Times Book Review e finalista di Tonight Show Summer Reads. È stato selezionato per il 2020 PEN/Hemingway Award for Debut Novel Prize e il 2019 Center for Fiction First Novel Prize. La sua raccolta di racconti The Man Who Shot Out My Eye Is Dead (Ecco, 2017) è stata selezionata per il Saroyan Prize 2018 e per il PEN/Robert Bingham Prize for Debut Fiction 2018 e per il 2017 Story Prize. È professore associato di inglese nel programma MFA di scrittura creativa presso la Syracuse University.

    Attende con impazienza ore di scrittura ininterrotta e lettura di testi mentre lavora per finire il suo progetto di romanzo, The Labyrinth. Questo libro cerca di esplorare le eredità della schiavitù transatlantica mentre si intersecano con il moderno razzismo ambientale e il nichilismo capitalista, così come le potenti connessioni basate sulla natura che i discendenti africani hanno forgiato per protezione, sopravvivenza e per legare le braccia con i loro morti.

  • Edward Akintola (Akin) Hubbard

    Edward Akintola (Akin) Hubbard is assistant professor of arts and society at Utrecht University in The Netherlands and co-founder and artistic director of the Amsterdam-based artist collective DARKMATTER. He is an anthropologist, artist and curator whose scholarly and artistic interests are in popular culture and cultural globalisation; artistic ecologies; creolization and Afro-creole expressive forms; gothic and carnivalesque aesthetics; and erotic and narcotic sensualism. His artistic and curatorial practices merge the study of cultural texts, mediascapes and ethnographic data, bringing perspectives on fine arts, music, film, media and literature into dialogue with cultural theory and globalisation studies.

    During the La Baldi residency, he will collaborate with Mohamad Khezri Moghadam for Dérive Toscane. Guy Debord’s concept of the dérive (1958) refers to a mode of walking through a landscape during which one intentionally deviates from one’s established routes and accustomed pathways, disregarding rules, signage or anything that discourages passage through the landscape. Using their lenses as artists and ethnographers – Afro-Caribbean and Iranian – they intend to conduct a series of dérives that combine walking, collection of natural and man-made artefacts, photography, video, experimental writing, cartography and in-depth interviewing, and will ultimately lead to an elaborate multimedia installation. 

    Edward Akintola (Akin) Hubbard è assistente professore di arte e società all'Università di Utrecht nei Paesi Bassi e co-fondatore e direttore artistico del collettivo di artisti DARKMATTER con sede ad Amsterdam. È un antropologo, artista e curatore i cui interessi accademici e artistici riguardano la cultura popolare e la globalizzazione culturale; ecologie artistiche; creolizzazione e forme espressive afro-creole; estetica gotica e carnevalesca; e il sensualismo erotico e narcotico. Le sue pratiche artistiche e curatoriali fondono lo studio di testi culturali, paesaggi mediatici e dati etnografici, portando prospettive su belle arti, musica, film, media e letteratura in dialogo con la teoria culturale e gli studi sulla globalizzazione.

    Durante la residenza La Baldi collaborerà con Mohamad Khezri Moghadam per Dérive Toscane. Il concetto di deriva di Guy Debord (1958) si riferisce a una modalità di camminare attraverso un paesaggio durante la quale ci si discosta intenzionalmente dai propri percorsi stabiliti e dai percorsi abituali, ignorando le regole, la segnaletica o qualsiasi cosa che scoraggi il passaggio attraverso il paesaggio. Usando il loro obiettivo di artisti ed etnografi – afro-caraibici e iraniani – intendono condurre una serie di derive che combinano camminata, raccolta di artefatti naturali e artificiali, fotografia, video, scrittura sperimentale, cartografia e interviste in profondità, e alla fine porterà a un'elaborata installazione multimediale.

  • Mohamad Khezri Moghadam

    Mohamad Khezri Moghadam is an Iranian artist and curator, postdoctoral researcher at Utrecht University (The Netherlands) and a member of the Amsterdam-based artist collective DARKMATTER. He holds a BA in graphic design from the University of Maschhad (Iran), an MA in graphic design from the Tarbiat Modares University of Tehran, and a PhD in the philosophy of art from Azad University of Shahroud (Iran). He is the founder and director of the Maa Art Residency in Kerman, Iran and is a curator affiliated with the Kerman Contemporary Art Museum. His artistic and curatorial interests focus on various aspects of life in Iran and the wider Middle East, e.g., gender, race and ethnicity, sexuality, law, nationalism, religion and history.

    During the La Baldi residency, he will collaborate with Edward Akintola (Akin) Hubbard for Dérive Toscane. Guy Debord’s concept of the dérive (1958) refers to a mode of walking through a landscape during which one intentionally deviates from one’s established routes and accustomed pathways, disregarding rules, signage or anything that discourages passage through the landscape. Using their lenses as artists and ethnographers – Afro-Caribbean and Iranian – they intend to conduct a series of dérives that combine walking, collection of natural and man-made artefacts, photography, video, experimental writing, cartography and in-depth interviewing, and will ultimately lead to an elaborate multimedia installation. 

    Mohamad Khezri Moghadam è un artista e curatore iraniano, ricercatore post-dottorato presso l'Università di Utrecht (Paesi Bassi) e membro del collettivo di artisti DARKMATTER con sede ad Amsterdam. Ha conseguito una laurea in design grafico presso l'Università di Maschhad (Iran), un master in design grafico presso l'Università Tarbiat Modares di Teheran e un dottorato di ricerca in filosofia dell'arte presso l'Università Azad di Shahroud (Iran). È il fondatore e direttore della Maa Art Residency a Kerman, in Iran ed è un curatore affiliato al Kerman Contemporary Art Museum. I suoi interessi artistici e curatoriali si concentrano su vari aspetti della vita in Iran e nel Medio Oriente in generale, ad esempio genere, razza ed etnia, sessualità, legge, nazionalismo, religione e storia.

    Durante la residenza La Baldi collaborerà con Edward Akintola (Akin) Hubbard per Dérive Toscane. Il concetto di deriva di Guy Debord (1958) si riferisce a una modalità di camminare attraverso un paesaggio durante la quale ci si discosta intenzionalmente dai propri percorsi stabiliti e dai percorsi abituali, ignorando le regole, la segnaletica o qualsiasi cosa che scoraggi il passaggio attraverso il paesaggio. Usando il loro obiettivo di artisti ed etnografi – afro-caraibici e iraniani – intendono condurre una serie di derive che combinano camminata, raccolta di artefatti naturali e artificiali, fotografia, video, scrittura sperimentale, cartografia e interviste in profondità, e alla fine porterà a un'elaborata installazione multimediale.